La scelta del brano di Johann Sebastian Bach, che ho eseguito durante il concerto natalizio,ha la funzione di far conoscere, l'importanza dell'autore, ovvero lo stile compositivo,il movimento di due melodie che scorrono in contrappunto e di come questo genere musicale sia stato adattato alla chitarra, utilizzandola polifonicamente con l'inserimento del pollice che muove la voce del basso a modo d'organo.E' importante sottolineare che la bourrée fa' parte della Suite BWV 996 originariamente concepita per liuto ( il cui tema era stato ripreso anche dalla band Jethro Tull, che ne hanno scritto delle variazioni di stampo jazzistico)ed ha una durata di circa un minuto caratterizzata da dolci arpeggi e note rarefatte.L'intera esecuzione della Suite BWV 996 invece,ha la durata di circa 30 minuti,spesso gli studenti di chitarra classica la eseguono durante gli esami di decimo anno.Essa si apre con un'introduzione concisa ma ben distinta in un sobrio e pacato preludio e in una successiva intensa fuga . Dopo le canoniche "Allemande" e "Courante", moderatamente mosse, l'autentica pausa di meditazione, di questa come di altre Suites, è la "Sarabande", sebbene il nome suggerisca ai più il contrario.All'epoca di Bach il liuto, dopo aver convissuto con successo per circa due secoli con gli antenati di chitarre e chitarroni, era ormai in piena decadenza e ben presto sarebbe stato soppiantato definitivamente da strumenti abbastanza assimilabili alla chitarra classica attuale, che comunque solo nell'Ottocento raggiunse la sua forma tipica. Bach, pur avendo cognizione dei più svariati strumenti, come richiedeva il suo ruolo di maestro di cappella, era per natura quello che oggi si direbbe un "tastierista", che trovava nell'organo e nel clavicembalo, le tastiere dell'epoca, gli strumenti prediletti per suonare e per comporre.Tutto ciò spiega la miseria quantitativa delle composizioni per liuto non solo rispetto all'intera opera bachiana, ma anche in paragone alle sole opere strumentali. Come se non bastasse, questo esiguo repertorio è in parte costituito da adattamenti di lavori concepiti per altri strumenti, come violino e violoncello. Ci sono in proposito alcuni aspetti non ancora chiariti, come per esempio la mancanza di vere e proprie "intavolature", ovvero indicazioni sulla diteggiatura tipiche della scrittura per liuto, anche nelle opere affidate a questo antico strumento.A partire dal grande Andrès Segovia il repertorio del Bach chitarristico si è arricchito anche di adattamenti di brani tratti dalle Suites per violino e per violoncello. Anche John Williams ai giorni nostri ci presenta le poche opere che lo stesso Bach destinò, in origine o in seconda battuta, al liuto.
Articolo inserito dal prof. Daniele Siclari